Vaga, leggiadra, montanina et bella città
Così un raffinato poeta della corte dei Montefeltro, Angelo Galli, cantava in versi le bellezze naturali di Urbino, antica capitale del Ducato, che nel corso dei secoli ha conservato le peculiarità del suo fascino, seguendo antiche vocazioni culturali e assecondando quello straordinario equilibrio tra paesaggio e struttura abitativa che era stata la principale preoccupazione dell’architetto dalmata Luciano Laurana e del suo successore Francesco di Giorgio Martini.
Urbino mostra al visitatore che proviene dall’Alpe della Luna il suo lato più fascinoso: due agili ed eleganti torricini, funzionali alle indicazioni del terreno e agli inviti del paesaggio, che conferiscono un aspetto di fiaba alla massa edilizia della dimora ducale.
L’intera fabbrica ducale è costruita per aprirsi al territorio in una mirabile e reciproca compenetrazione, laddove si può ammirare e godere il colore rosato dei mattoni di Urbino, che è unico ed indimenticabile.
Tutto ciò è ancora più valorizzato dalla recente decisione dell’Unesco di iscrivere il centro storico di Urbino nel registro dei siti considerati patrimonio dell’umanità.